Sveglio. Merda, 8:53. Ecco, al solito, sempre in ritardo. Cazzo. Ti concedi 5 minuti, poi altri 5 e ti risvegli alle 9. Degenere. Porca puttana. Ma poi alla fine cazzo me ne frega, finchè non mi rompe il cazzo nessuno. Primi passi al buio, equilibrio instabile. Sarà la cervicale? Segna: visita dall'osteopata. Picchio violentemente il piede sinistro contro un oggetto non identificato ma di sicuro inamovibile che mi provoca un dolore lancinante. Merda. Ancora. Anche oggi cazzo? Soffoco le bestemmie ma le penso così intensamente che i sensi di colpa e la relativa soddisfazione mi provocano un senso di benessere immediato. Mi verrebbe comunque da urlare, più che per il dolore in se e per se, per il fatto di averlo provato a pochi attimi dal risveglio, per il fatto di non aver avuto la possibilità di iniziare la giornata in modo dolce e graduale. Che bisogno c'è di un richiamo così brusco alla realtà?
Apostasia. Non in senso religioso, ma in quello letterale. Restare distaccato.
Un respiro profondo e riesco ad arrivare a tentoni alla porta. Tiro la maniglia verso di me con due dita, delicatamente. Dopo i primi 10 cm di spiraglio, parte un cigolio infernale ed interminabile in Re#. "Non aprite quella porta". Si muovono, qualche sussulto. Fermo la porta e rimango immobile, in una posizione innaturale ma plastica. Sono Marcel Marceau. Silenzio. Bene, non si sono svegliate. Salvo.
Accosto la porta e mi immergo nella penobra del corridoio, fino all'interrutore del bagno. E luce fu.
martedì 15 dicembre 2009
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ore 8.30.
RispondiEliminaRiprendo conoscenza di me. Tutto quello che desidero fortemente è: stare sotto le coperte. Lugi mi invita al risveglio col caffè e il ricordo del mio impegno dal gommista per le nove e mezzo.
Ma perchè cazzo, ieri, mi sono fatta impietosire dal fatto che era preso e mi sono proposta di portargliela io a quell'ora invece che farmi i cavoli miei?
Che poi, il preoccupante, non è l'andata, bensì il ritorno... a piedi, sullo stradone provinciale che è tagliato dal vento manco fosse... Brr!
Mi faccio coraggio e mi do una mossa...pausa caffè e sigarette a metà del tragitto... non vorrei vedere nessuno e invece... tac! cliente al bancone, due chiacchiere di cortesia.
Arrivo a casa, telefono... è la mia fatina delle unghie che mi avvisa di averla paccata. Controllo in agenda. Io l'ho segnato x il 17! Mah! Ritorno a piedi,mi congelo e poi mi scaldo in auto.
finalmente pranzo alla buona ora delle due del pomeriggio e, mentre mangio il mio bollente minestrone, mi telefona il dentista che mi avvisa che avevo l'appuntamento alle 2 e non alle 4 come pensavo io! Controllo: il bigliettino... riporta ore 16. Mi chiede se riesco ad andare veloce da loro.
Mi lavo i denti e arrivo, dico io.
Nuovamente il telefono.
Niente da fare. Il dentista non farebbe in tempo a fare il lavoro. Ci vediamo il 22.
Mi rimetto a mangiare la zuppa.
Fredda.
...come ti capisco!
io aspetto eh? bacioni
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